Il presente contributo, analizza, alla luce della nuova riapertura introdotta dal Decreto Rilancio, i tratti salienti della rivalutazione di partecipazioni detenute in Società non quotate, tratterò il tema focalizzandomi sulle operazioni su cui strutturare un passaggio generazionale che può correlarsi alla rivalutazione: il family buy out.
La rivalutazione e il family buy out quale connubio legittimo e vincente.
La possibilità della rivalutazione delle partecipazioni Societarie potrebbe trovare naturale finalizzazione in un’operazione di riorganizzazione Societaria, volta, per esempio, a favorire il passaggio generazionale piuttosto che a prevedere l’ingresso di nuovi Soci per rafforzare la struttura preesistente. In tale ambito, si inserisce l’operazione del family buy out che rappresenta una ipotesi di passaggio generazionale a “titolo oneroso”.
In particolare, tale operazione costituisce un utile strumento per favorire la fuoriuscita dalla gestione e dalla compagine Societaria dei Soci di prima generazione (genitori). Nello specifico i figli (eredi) potrebbero a mio avviso costituire una New-Co, con la quale procederanno all’acquisto delle quote dei genitori nella Società di famiglia. La New-Co procederà all’acquisto “a debito” (per mezzo di una dilazione di pagamento), ovvero per esempio facendo ricorso all’indebitamento bancario. Come garanzia, vengono date in pegno le quote della New-Co stessa e/o della Società di famiglia oggetto di buy-out. Il corrispondente finanziamento concesso verrò rimborsato attraverso i flussi di cassa generati della già avviata Società di famiglia neo acquisita.
Risulta agevole comprendere come l’operazione possa avere diversi risultati, non solo procedendo con il passaggio delle quote genitori/figli, ma anche risolvendo dissidi familiari oppure dividendo la preesistente e unitaria attività familiare in diversi rami di attività gestiti ad hoc.
Il collegamento con la rivalutazione delle quote sussiste nel fatto che, prima di procedere alla vendita alla New-Co, i Soci di prima generazione procedono con la rivalutazione delle quote pagando l’11% di imposta sostitutiva sul valore periziato.
Ciò consentirebbe un risparmio d’imposta rispetto all’aliquota ordinaria del 26% sulla plusvalenza (da valutare però attentamente caso per caso).
L’operazione, ovviamente deve essere attentamente valutata sotto il profilo dell’abuso del diritto.
In passato, tali tipi di operazioni erano state contestate dall’Agenzia delle entrate sollevando la tematica dell’abuso del diritto.
Tuttavia ora la questione della non abusività di legittime operazioni di family buy out, (ovvero quelle realizzate per il raggiungimento di un vero passaggio generazionale) è stata risolta a livello giurisprudenziale, con la recente ordinanza n. 7359 del 17 marzo 2020.
Di fatto, tale Ordinanza sancisce una volta per tutte che la cessione di una partecipazione precedentemente rivalutata non costituisce operazione elusiva.
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