Dott. Giancarlo Garioni
Dottore commercialista,
revisore legale e consulente d’azienda

TREVISO, OTTOBRE, 2019

Vivere quotidianamente l’impresa familiare richiede molta energia, soprattutto emotiva. 

È importante dunque per l’imprenditore o il manager poter far riferimento ad una persona esterna all’impresa ed alla famiglia in grado di proporre una visione imparziale sulle situazione più critiche.

Lavorando quotidianamente a fianco di imprenditori e manager impegnati a guidare aziende di famiglia si comprende quanto sia importante riuscire ad accrescere costantemente la loro capacità di leadership per ottenere il meglio dai collaboratori e per raggiungere più facilmente i loro obiettivi.

È anche vero che la “pressione” esercitata dell’operatività quotidiana e della gestione contingente degli imprevisti rischia, a volte, di far perdere la visione d’insieme dell’azienda e del business rallentando l’attuazione della strategia definita in precedenza con molta cura. 

In fondo l’obiettivo prioritario per un’impresa familiare riguarda sostanzialmente la definizione della propria strategia di sopravvivenza e crescita nel tempo integrata da un piano che possa garantire la prosecuzione imprenditoriale pluri generazionale.

Oggi l’esperienza ci conferma che i prerequisiti essenziali per avviare una buona strategia aziendale sono la presenza di una forte leadership in azienda, il lavoro di squadra diffuso ad ogni livello e basato su valori condivisi, la separazione tra i due mondi “famiglia” e “Impresa”. 

Non tener conto di questi elementi potrebbe porre l’azienda familiare in una situazione di forte debolezza durante l’implementazione di un percorso strategico vincente.

In relazione a queste considerazioni di base è bene allora partire da tre suggerimenti utili per un approccio più efficace da parte dell’imprenditore o del familiare/manager nel guidare al successo la sua impresa familiare:

  • lasciare i problemi del lavoro in azienda – evitare di trasformare il pranzo o la cena in un consiglio di amministrazione senza fine! 
  • Un buon leader è consapevole che l’attuare una separazione netta tra impresa e famiglia sia alla base per condurre un’attività di successo in pieno equilibrio con una vita personale appagante e senza stress.
  • accettare e favorire il cambiamento – l’ingresso delle nuove generazioni in azienda porterà nuovi stimoli e nuove idee. A volte non c’è migliore soluzione ai problemi che quella di integrare una nuova idea ad una vecchia abitudine ormai consolidata in azienda. Un’apertura verso il cambiamento potrebbe essere proprio quello che serve per dare un nuovo impulso all’attività, favorendo nel contempo la costruzione ed il consolidamento di una squadra di lavoro forte e coesa ed una convivenza gene- razionale positiva.

• avere un “consigliere” di fiducia – vivere ogni giorno le problematiche legate all’impresa familiare può essere davvero impegnativo e richiedere molta energia, soprattutto emotiva.

È importante dunque per l’imprenditore o il manager poter far riferimento ad una persona esterna all’impresa ed alla famiglia in grado di proporre una visione imparziale delle varie situazioni e fornire indicazioni essenziali per lo sviluppo della leadership nel suo complesso (ruolo, competenza sociale, gestione del cambia- mento, competenza comunicativa, competenza metodica).

Questa ultima funzione potrà essere svolta in modo efficace anche da un business coach esperto (o meglio ancora da un“family business coach”) (dottore commercialista) che potrà rilevarsi di grande aiuto nella gestione della vita dell’impresa familiare e della vita dell’imprenditore o del manager. 

Un coach individuabile nella figura del dottore commercialista sarà in grado infatti di far identificare al cliente  le competenze necessarie per gestire al meglio i problemi, aiutarlo nel mettere meglio a fuoco la propria visione, supportarlo nel risolvere positivamente gli eventuali conflitti, ritrovare una motivazione un po’ assopita. Un “allenatore” può aiutare inoltre ad attraversare con metodo e razionalità il “campo minato” della delicata fase del passaggio generazionale, ad esempio affiancando i figli (nuovi imprenditori) lungo un percorso specifico che avrà il fine di accrescere la loro consapevolezza sugli aspetti essenziali del ruolo che andranno a ricopri- re, far acquisire nuove competenze, affinare il loro stile di leadership.

L’azienda di famiglia è una tipologia d’impresa con caratteristiche uniche. Coesistono al suo interno forti legami affettivi (sia aziendali che familiari), questi legami portano a sviluppare nel lungo periodo un forte livello di fiducia e di comprensione reciproca tra imprenditore e collaboratori che non ha eguali in altri tipi di aziende e organizzazioni. 

In presenza di queste condizioni un coach (dottore commercialista) in azienda può certamente aiutare familiari e collaboratori a “riallineare” i loro valori ed i vari sistemi di relazione familiari e aziendali in modo che queste relazioni si rafforzino reciprocamente creando un sistema virtuoso di crescita e di buona governance dell’impresa.

In definitiva in che occasioni può essere utile il supporto di un business coach all’interno di un’impresa familiare? Sono molte i tipi di intervento possibili, ma certamente la presenza è utile quando:

  • è evidente una certa difficoltà nel trasmettere a collaboratori e familiari il know-how, la visione e gli obiettivi dell’imprenditore;
  • i figli, anche se non più giovanissimi e già con alcuni anni di presenza in azienda, non hanno ancora un ruolo ben definito all’interno dell’organizzazione (ruoli “jolly”) e faticano a fare in modo che il loro contributo (a volte anche innovativo) sia riconosciuto dai familiari e dai collabora- tori dell’azienda;
  • l’imprenditore e la famiglia imprenditoriale non riescono ad individuare il nuovo imprenditore/leader del futuro (anche sostenuti dalla convinzione che “i figli sono tutti uguali”);
  • esistono da troppo tempo conflitti tra familiari, manager e collaboratori;
  • occorre ripensare velocemente il business per indirizzarlo verso nuove opportunità o per adeguarlo alle muta- te condizioni economiche generali, di settore, locali.

Come si svolge un percorso ed una sessione di coaching? La più evidente caratteristica in un percorso di coaching è la forte personalizzazione del percorso. 

Tipicamente il coaching (dottore commercialista) pur prevedendo, secondo i casi, dei momenti di condivisione e confronto su alcuni temi con tutti i componenti la famiglia o il team di lavoro, esprime al meglio la sua efficacia durante le sessioni individuali dove potrà rispondere in modo puntuale alle specifiche esigenze ed obiettivi dell’individuo, considerando la sua storia professionale e personale, il suo ruolo in azienda (imprenditore, collaboratore, figlio), le sue aspirazioni. 

Inoltre, proprio perché è un servizio individuale e “riservato” è possibile che il coaching (dottore commercialista) riesca a raggiungere in certi casi maggiori risultati rispetto ad altre modalità di sviluppo, co- me ad esempio la formazione tradizionale d’aula.

Un percorso di coaching può durare, secondo la necessità specifica, anche alcune settimane o mesi, con incontri normalmente intervallati ogni 15/30 giorni l’uno dall’altro. 

Avere un tempo sufficiente a disposizione è un fattore importante perché si ottengano buoni risultati sia a livello di business che personale, consolidando nuove abitudini.

È importante precisare che un business coach (dottore commercialista) non è un terapeuta familiare. È tipicamente un professionista con un’importante esperienza trascorsa in azienda. Ha generalmente competenze approfondite in strategia aziendale, sviluppo organizzativo, marketing e vendite, finanza aziendale e naturalmente leadership. 

Il suo campo d’azione prioritario è dunque il business. A differenza però di altri professionisti aziendalisti, ha integrato queste competenze “economiche” con un percorso di studi specifico e di specializzazione (business o executive coaching) che gli permettono di affrontare e gestire al meglio anche problemi ed aspetti emotivi e di comunicazione della famiglia imprenditoriale e dei suoi collaboratori, aspetti a volte sottovalutati ma che possono creare reali ostacoli al funzionamento del business. 

Sempre più di frequente integra con la propria competenza specialistica il team di consulenti aziendali (dottori commercialisti e avvocati d’impresa) chiamati ad intervenire in progetti complessi di impostazione strategica e di riorganizzazione e risanamento dell’azienda.

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